Dopo aver recensito bene il disco della band dei Nerofilmico, abbiamo deciso di rivolgergli alcune domande perchè incuriositi da questa band ed ecco che ne è venuto fuori.
Ciao Ragazzi, prima di tutto, chi sono i Nerofilmico?
I Nerofilmico sono
Marco Caudai, Danilo Bernini e Flavio Caudai. Siamo tutti della provincia di
Roma e proprio nella realtà della provincia affondiamo le nostre radici: si
vive una continua contraddizione, in quanto convivono una ristrettezza di
vedute generalizzata – sia in ambito sociale che artistico – e un’intimità difficilmente rintracciabile
nella realtà metropolitana, mista però ad una scena musicale estremamente valida
e attenta ai trend. Tentiamo di farci
influenzare da quanto di buono ci sia in tutto ciò. Da diversi anni portiamo
avanti la nostra idea di musica attraverso il progetto Nerofilmico: la band è per
noi il luogo dove coesistono la passione, la condivisione di una filosofia di
vita precisa, la creazione di qualcosa di artistico e gratificante. Un
laboratorio di idee, lontano dal mondo del profitto e dalle logiche
standardizzate. In sintesi, un gruppo rock !
Come nasce il progetto
Nerofilmico e come nascono i brani nella vostra sala prove ?
Nerofilmico è
un’idea nata da tre ragazzi; tutti e tre portiamo dentro la lezione del grunge,
del punk, degli anni 90 e frequentandoci pian piano ci ritroviamo a suonare in
garages e scantinati della provincia per dare forma a questa passione. A distanza
di diversi anni il nostro sound si è evoluto, le nostre vedute musicali si sono
allargate; abbiamo cambiato bassista più volte prima di raggiungere una line-up
stabile, ed in tutto ciò c’è una coerenza nell’aver mantenuto intatta l’identità della band.
Oggi possiamo
definirci con orgoglio una band che fa rock in italiano, prendendo influenze e
sonorità d’oltreoceano, ma non trascurando ovviamente quanto di buono c’è nella
scena rock alternativa italiana.
In fase di composizione siamo piuttosto metodici: generalmente è Marco a portare in sala un’idea già più o meno strutturata nella musica e nel testo; insieme lavoriamo all’arrangiamento ed ognuno ci mette del suo. Capita anche che l’idea di partenza venga stravolta ed il risultato finale sia sorprendentemente diverso e migliore da ciò che ci si aspettava. Prima di chiudere un brano spesso trascorre del tempo, perché siamo molto puntigliosi sul mood finale e sul fatto che il pezzo “giri”: tentiamo sempre di innalzare ad “un qualcosa di più” la dimensione lo-fi che comunque ci caratterizza.
In fase di composizione siamo piuttosto metodici: generalmente è Marco a portare in sala un’idea già più o meno strutturata nella musica e nel testo; insieme lavoriamo all’arrangiamento ed ognuno ci mette del suo. Capita anche che l’idea di partenza venga stravolta ed il risultato finale sia sorprendentemente diverso e migliore da ciò che ci si aspettava. Prima di chiudere un brano spesso trascorre del tempo, perché siamo molto puntigliosi sul mood finale e sul fatto che il pezzo “giri”: tentiamo sempre di innalzare ad “un qualcosa di più” la dimensione lo-fi che comunque ci caratterizza.
Pensate che aver scelto i testi
in italiano possa porre dei limiti al vostro progetto ?
No, anzi. Crediamo
piuttosto che possa dare una maggiore profondità ai testi: considerato che la
bellezza della nostra lingua risiede proprio nella sua ricchezza, sarebbe
delittuoso non utilizzarla in tutte le sue sfumature. Inoltre pensiamo di avere
qualcosa da dire qui, prima che all’estero. Nell’eventualità di un successo
planetario, siamo sempre in tempo per ricorrere alla traduzione…
Avete intenzione di portare in
giro sui palchi il vostro lavoro ?
Certo, ora più che
mai vorremmo dedicarci all’aspetto live e suonare il più possibile per avere il
riscontro del pubblico; è la cosa più stimolante. Per un po’ siamo stati assenti
dalla scena, continuando a lavorare sotto traccia; l’uscita del nostro nuovo EP
è l’occasione perfetta per riprenderci i palcoscenici e la gente.
E' una domanda che faccio a tutti
: Che ne pensate della scena musicale italiana ?
Non cadiamo nel qualunquismo dicendo che va tutto male. Esiste una gigantesca frattura tra la scena alternativa/indipendente e quella mainstream che passa generalmente in radio ed in tv. Il nostro underground è pieno di gruppi pazzeschi che hanno tanto da dire e nulla da invidiare a quelli esteri. Idee all’avanguardia che meriterebbero spazio nei canali di diffusione principali. E’ anche una presa di coscienza: educare il pubblico all’ascolto di qualcosa che sia più arte che merce, perché sono i gusti del pubblico stesso a determinare i trend e le tendenze musicali. Intendiamo dire che la musica commerciale che si ascolta oggi in Italia, è probabilmente lo specchio dell’italiano medio: più o meno, un disastro.
Non cadiamo nel qualunquismo dicendo che va tutto male. Esiste una gigantesca frattura tra la scena alternativa/indipendente e quella mainstream che passa generalmente in radio ed in tv. Il nostro underground è pieno di gruppi pazzeschi che hanno tanto da dire e nulla da invidiare a quelli esteri. Idee all’avanguardia che meriterebbero spazio nei canali di diffusione principali. E’ anche una presa di coscienza: educare il pubblico all’ascolto di qualcosa che sia più arte che merce, perché sono i gusti del pubblico stesso a determinare i trend e le tendenze musicali. Intendiamo dire che la musica commerciale che si ascolta oggi in Italia, è probabilmente lo specchio dell’italiano medio: più o meno, un disastro.
Preferite rimanere autoprodotti o
vi piacerebbe una label che vi tutelasse?
Consideriamo l’autoproduzione
un mezzo per continuare a portare avanti le nostre idee in modo integro, senza
interferenze, che implicano il sottostare a leggi di mercato che non hanno
niente a che vedere con la musica intesa come arte.
Questi sono i presupposti che una label dovrebbe avere perché il matrimonio si possa fare. Detto ciò, il mercato discografico è vastissimo, e valuteremo attentamente eventuali proposte, oltre a cercarne di valide.
Questi sono i presupposti che una label dovrebbe avere perché il matrimonio si possa fare. Detto ciò, il mercato discografico è vastissimo, e valuteremo attentamente eventuali proposte, oltre a cercarne di valide.
Che vi aspettate da questo
esordio ?
Diciamo che lo
consideriamo solo in parte un esordio; in passato abbiamo già rilasciato del
materiale autoprodotto a cui sono seguiti concerti con un buon riscontro di
pubblico.
Questa però è la
prima volta che rilasciamo un EP che rispecchia appieno la nostra identità, dal
punto di vista musicale e della produzione. L’attenzione che abbiamo messo in
questo lavoro, ne fa a nostro avviso un prodotto di qualità, cosa che in
passato ci era mancata, quindi per noi è già un successo importante. Le
aspettative andranno di pari passo con la risposta del pubblico, per ora
comunque, senza falsa modestia, sono alte! A voi, ovviamente, l’ardua sentenza…
Progetti futuri ?
Ci stiamo già
preparando alla registrazione del disco, che abbiamo in programma a breve.
Conterrà molti pezzi inediti, frutto del lavoro dei nuovi Nerofilmico. Questo è
sicuramente l’obiettivo più importante che ci poniamo per il futuro più
prossimo, e che rappresenterebbe per noi un’anteprima assoluta.
Chiudo l'intervista dando modo a
voi, come a tutti quelli che passano da noi, di lasciare un messaggio ai nostri
lettori.
Ci trovate un po’
ovunque nella rete; seguiteci sui vari social network e lasciateci un segno del
vostro passaggio…se ne avete voglia ascoltate (ed acquistate!) il nostro nuovo
EP .
Vi aspettiamo numerosi
ai nostri concerti.Ovviamente, continuate a seguire numerosi Music Web Magazine
!
Bandcamp : nerofilmico.bandcamp.com
Sito web: nerofilmico.altervista.org
Rock on !
Nerofilmico
Dopo l'esordio discografico con la Ladymusicrecords, con l'album d'esordio, "Screamin Underground", la giovane band dei GrimNote è carica di adrenalina per questa opportunità avuta a soli tre anni dalla nascita ed è su questa onda "adrenalinica" che abbiamo rivolto delle domande alla band.
Ciao Ragazzi,
com'è nato il progetto GrimNote ?
Il progetto nasce nell'estate 2009,
quando il sottoscritto Edoardo “Dodo” Fusaro (cantante) e il mio
amico batterista Marco “Zanna” Zanini, ci trovavamo i sabati
pomeriggio in un garage a far baldoria con una vecchia batteria e una
chitarra. Da li a poco si è insinuata in noi l'idea di fondare una
band che producesse musica originale e per questo motivo abbiamo
interpellato prima alcuni amici musicisti, compreso l'attuale
bassista Antonino “Tony” Isca, e successivamente, dopo vari cambi
di line-up, il chitarrista Giovanni “Giobo” Bergamin, definendo
così l'attuale formazione dei GrimNote (nome riferito alla
caparbietà del nostro stile e dei nostri brani).
Come nascono i
brani nella vostra sala prove ?
La maggior parte dei nostri brani
nasce da un'idea di uno di noi, che può essere un bel giro di
chitarra, o un testo, un riff di batteria, o semplicemente un tema.
Questo viene proposto agli altri in sala prove e se piace e convince
viene studiato, modificato, elaborato, fino a far prendere forma al
pezzo. In tutte le canzoni ognuno di noi mette un pezzo della sua
arte e del suo personale stile, il che da alla nostra musica un
carattere più vario e proprio per questo motivo più apprezzato dal
pubblico
Come mai la
scelta di inserire nel vostro album di debutto “Screaming
Underground” brani con liriche di diverse lingue ?
La decisione fondamentale è stata
quella di inserire nell'album i nostri 10 pezzi migliori. Questi
hanno testi in tre lingue diverse (inglese, italiano e spagnolo) in
quanto nel corso della nostra esperienza abbiamo visto la necessità
di uscire da schemi fissi e non decisi da noi, come per esempio
quello di fossilizzarci su un solo genere di rock o su una sola
lingua, e di produrre musica seguendo l'istinto e le sensazioni
autentiche. È difficile da spiegare ma crediamo che un pezzo nasca
col suo testo e debba avere la sua lingua indipendentemente da quello
che pensa la gente. Questo siamo in live e questo abbiamo ritenuto di
dover far trasparire dal nostro primo album.
Il risvolto pratico di questa scelta
è un aumento del target a cui proporre i nostri brani, che riescono
spesso a mettere d'accordo, anche grazie alla lingua, gli amanti di
generi diversi di rock senza per questo obbligarci a scendere a
compromessi.
Dunque avete
esordito con una label ! Visto i tempi direi che è buona come cosa !
Che ne dite ?
È un ottima cosa! Pubblicato
l'album ci siamo messi subito alla ricerca di un etichetta che ci
aiutasse a promuoverlo e distribuirlo, anche all'estero se possibile.
Seguendo il consiglio di un amico mi sono rivolto tra le altre anche
alla LadyMusicRecords, il cui proprietario ha creduto nella proposta
musicale che gli stavamo sottoponendo e ci ha proposto un contratto.
Per noi che siamo partiti da zero,
sia come gruppo che come budget, e che non abbiamo mai avuto
raccomandazioni da nessuno, questo è un enorme passo in avanti, che
dopo soli tre anni, apre la nostra musica al panorama
internazionale. Praticamente un sogno che si avvera.
E' una domanda
che faccio a tutti : Che ne pensate della scena musicale italiana ?
Il problema dell'Italia sono le
cover-band e le tribute-band che nascono numerose ovunque e rubano la
scena ai giovani talenti della musica inedita (senza escludere nessun
genere). Se cambiasse la proposta musicale di pub, locali ed eventi,
dando maggior spazio a band underground e limitando quello riservato
a cover e tributi, ci sarebbe molto più ricambio nella scena
musicale italiana e una band avrebbe molte più possibilità di
essere notata. La cultura stessa cambierebbe e la gente comincerebbe
ad apprezzare la musica originale piuttosto che evitarla.
Ci dicono tutti che per aver
successo dobbiamo lasciare l'Italia e approdare a realtà diverse
come quella Inglese, Tedesca o Americana, dove le band come la nostra
sono molto più apprezzate, ma noi rispondiamo: perchè invece non
provare tutti insieme a cambiare la nostra di realtà?
Sbirciando nel
vostro Facebook ho visto che avete un po' di date. Voi non la sentite
questa crisi oppure come buona parte delle band italiane fate fatica
a organizzarvi i live ?
Questa crisi la sentiamo anche noi e
organizzare live appaganti e che garantiscano un minimo di ritorno
economico e di soddisfazione personale non è mai facile quando si
propone musica originale. Dopo due anni di esperienza in questo senso
siamo giunti alla conclusione che per il momento limiteremo le uscite
a due-tre al mese, cosa che garantisce live di spessore in locali ed
eventi di spicco dove il pubblico accorre più numeroso e il compenso
è maggiore. Ciò naturalmente non significa che non suoniamo
fondamentalmente per passione. Se non ci fosse quella ci saremmo
sciolti da un pezzo.
Che vi
aspettate da questo esordio ?
Incidere un album con la nostra
musica, e grazie a questo firmare il nostro primo contratto è una
soddisfazione impagabile che già di per sé ci ripaga di fatica e
pazienza. Le nostre aspettative sono quelle di avere una maggiore
visibilità nel nostro contesto locale e di iniziare pian piano a
emergere in un contesto più ampio, guadagnando fans e amici lungo la
strada e diffondendo il nostro pensiero, la nostra energia e
soprattutto la nostra musica.
Progetti
futuri ?
Dopo la presentazione dell'album e
qualche serata a pubblicizzarlo siamo tornati a studiare e a
rinchiuderci in sala prove per partorire nuove idee, nuove proposte,
nuova musica insomma, avvalendoci anche del valido contributo del
tastierista Alessandro Moro, già turnista della band in studio e ora
anche in live. Oltre a questo inizieremo a breve a convertire il
nostro repertorio in chiave acustica, cosa che ci aprirà le porte su
nuove realtà e nuovo pubblico.
Questo per quanto riguarda il breve
termine, mentre per la prossima estate stiamo cominciando a
pianificare, con l'aiuto della label e del produttore e arrangiatore
del disco, Riccardo Damian, una piccola tournée in una delle
capitali del rock mondiale: Londra.
Chiudo
l'intervista dando modo a voi, come a tutti quelli che passano da
noi, di lasciare un messaggio ai nostri lettori.
I modi per sostenere le band come la
nostra sono molti e costano poco: un “mi piace” su facebook, un
commento o una critica a un pezzo, decidere per un sabato sera di non
andare ad ascoltare i soliti tributi ma piuttosto i ragazzini che
suonano musica propria.
Noi crediamo nella nostra musica e
nel precorso che abbiamo deciso di intraprendere, quindi metteteci
alla prova e staremo a vedere il futuro cosa ci regalerà.
ROCKnROLL!!
Domanda di rito: Chi sono gli S.R.L. ?
Alcio: Sostanzialmente, siamo una band formatasi nel 1992 a Terni, e che da allora – nonostante ci siano stati molti cambiamenti stilistici e di formazione, cerca sempre di portare avanti il progetto con coerenza ai propri ideali: quella di suonare la musica che più sentiamo nostra, senza troppe remore sull'impatto commerciale o sui trend del momento.
Jerico:Ho sempre pensato ad S.R.L. come ad un’idea: l’idea di riuscire a “creare” qualcosa dal nulla che mi rappresentasse, e che rappresentasse tutti coloro che nel tempo hanno preso parte a questo progetto. Ho intuito la potenza del nostro moniker, proprio nei momenti più bui della nostra storia di gruppo, proprio quando, in alcuni momenti, si ventilava anche la possibilità di dare uno stop a tutto. In quel momento, mi sono reso conto che tutto quello che ruotava intorno ad “S.R.L.” era molto più importante delle singole persone che ne prendevano parte. Anche per questo mi piace pensare che, magari tra qualche secolo, ci possa ancora essere traccia del nostro “passaggio musicale” e che, magari, siamo riusciti a fare qualcosa che possa sempre creare delle emozioni alle persone.
Alcio: Sostanzialmente, siamo una band formatasi nel 1992 a Terni, e che da allora – nonostante ci siano stati molti cambiamenti stilistici e di formazione, cerca sempre di portare avanti il progetto con coerenza ai propri ideali: quella di suonare la musica che più sentiamo nostra, senza troppe remore sull'impatto commerciale o sui trend del momento.
Jerico:Ho sempre pensato ad S.R.L. come ad un’idea: l’idea di riuscire a “creare” qualcosa dal nulla che mi rappresentasse, e che rappresentasse tutti coloro che nel tempo hanno preso parte a questo progetto. Ho intuito la potenza del nostro moniker, proprio nei momenti più bui della nostra storia di gruppo, proprio quando, in alcuni momenti, si ventilava anche la possibilità di dare uno stop a tutto. In quel momento, mi sono reso conto che tutto quello che ruotava intorno ad “S.R.L.” era molto più importante delle singole persone che ne prendevano parte. Anche per questo mi piace pensare che, magari tra qualche secolo, ci possa ancora essere traccia del nostro “passaggio musicale” e che, magari, siamo riusciti a fare qualcosa che possa sempre creare delle emozioni alle persone.
Nella vostra bio si leggono vari cambiamenti di Line-up.Come hanno influito sulla band ?
Alcio: Io sono stato il primo a sostituire uno dei membri originali della prima formazione, prendendo il posto di chitarrista nel 2000. Indubbiamente, un cambio di line-up porta nuova linfa all'interno di un gruppo, per quanto possa essere dolorosa ogni singola defezione di partenza. Il problema principale, per una band come S.R.L. è quello di avere tutti gli obblighi di una band affermata, senza i ritorni che hanno le band affermate...e non intendo solo dal punto di vista economico. Purtroppo capita che ci siano momenti di perdita di motivazioni da parte di qualcuno che ha lavorato tanto duramente al progetto senza riuscire a coglierne tutti i frutti che si sognavano, e questo è il motivo per il quale ci sono stati i cambi di line-up. Come dicevo prima, però, quando subentra un nuovo elemento in seno al gruppo, si sceglie sempre chi è veramente motivato a portare avanti il progetto, per cui si riesce a superare lo sconforto del “divorzio” e ad andare avanti!
Alcio: Io sono stato il primo a sostituire uno dei membri originali della prima formazione, prendendo il posto di chitarrista nel 2000. Indubbiamente, un cambio di line-up porta nuova linfa all'interno di un gruppo, per quanto possa essere dolorosa ogni singola defezione di partenza. Il problema principale, per una band come S.R.L. è quello di avere tutti gli obblighi di una band affermata, senza i ritorni che hanno le band affermate...e non intendo solo dal punto di vista economico. Purtroppo capita che ci siano momenti di perdita di motivazioni da parte di qualcuno che ha lavorato tanto duramente al progetto senza riuscire a coglierne tutti i frutti che si sognavano, e questo è il motivo per il quale ci sono stati i cambi di line-up. Come dicevo prima, però, quando subentra un nuovo elemento in seno al gruppo, si sceglie sempre chi è veramente motivato a portare avanti il progetto, per cui si riesce a superare lo sconforto del “divorzio” e ad andare avanti!
Adesso vi faccio una domanda che viene fatta
spesso nelle interviste specie rivolta alle band italiane: Cosa ne pensate
della scena musicale italiana? Visto che siete attivi da molti anni avete
sentito, notato la crisi o sono tutte chiacchiere ?
Alcio: La scena musicale in generale è molto in fermento. Il problema rispetto a 20 anni fa, o poco meno, è che le band di adesso riescono a tagliare di netto i tempi della gavetta e perdono di vista quelli che sono i limiti intrinseci della scena stessa. Non ci sono molti spazi per suonare in maniera decente e professionale, quei pochi sono subissati di richieste delle migliaia di band in circolazione. Le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, poi, andrebbero dosate come mezzo di espressione, non come fine ultimo: spesso si ascoltano lavori iper-prodotti di band che però hanno poche idee, perché suonano molto poco insieme in sala prove.
Luca: Rispetto al passato, oggi in Italia ci sono un sacco di proposte interessanti e c'è molta attività intorno alla scena. L'avvento di Myspace prima e di tutti gli altri social network poi (Youtube, Facebook, Reverbnation ecc.) ha permesso di abbattere quelle barriere che prima ostacolavano le band nel diffondere la propria musica. Però, per quanto fermento ci possa essere, il rovescio della medaglia sta proprio nel fatto che le difficoltà sono rimaste tali e quali a prima, se non addirittura più accentuate. Si soffre ancora della cronica mancanza di spazi per i live, ci sono poche opportunità e la crisi non è affatto una chiacchiera, anzi, investe sia band che locali. Nel primo caso, puoi benissimo immaginare da solo quanti investimenti debba affrontare una band per produrre un disco, promuoverlo, andare in tour e dover fare i conti con le poche risorse che ha a disposizione. Nel secondo caso, in tempi duri come questi, si preferisce sempre far cassa con serate “sicure”, anziché “rischiare” proponendo qualcosa di nuovo. E le prime a rimetterci sono proprio quelle band che hanno nel live la loro dimensione ideale e la loro prima fonte d'entrata. Jerico: C’è anche da dire che molti gruppi fanno presto a lamentarsi della mancanza di occasioni quando sono proprio loro i primi a non credere ne investire nelle loro attività. Secondo me, dal punto di vista di chi si sbatte per suonare, la domanda è tanta mentre è l’offerta e poca. Al contrario, dal punto di vista dei locali o delle label, i gruppi sono troppi e la domanda è relativamente bassa. Tutti sappiamo che, grossi nomi apparte, i numeri che si tirano su nella cerchia metal sono molto ridotti se confrontati con quelli di altri settori musicali. Il concetto di meritocrazia poi, purtroppo, si è perduto oramai da tempo. In una bolgia come quella attuale trova spazio solamente chi riesce ad attivarsi o come in gergo si dice, “smomita” più degli altri.
Alcio: La scena musicale in generale è molto in fermento. Il problema rispetto a 20 anni fa, o poco meno, è che le band di adesso riescono a tagliare di netto i tempi della gavetta e perdono di vista quelli che sono i limiti intrinseci della scena stessa. Non ci sono molti spazi per suonare in maniera decente e professionale, quei pochi sono subissati di richieste delle migliaia di band in circolazione. Le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, poi, andrebbero dosate come mezzo di espressione, non come fine ultimo: spesso si ascoltano lavori iper-prodotti di band che però hanno poche idee, perché suonano molto poco insieme in sala prove.
Luca: Rispetto al passato, oggi in Italia ci sono un sacco di proposte interessanti e c'è molta attività intorno alla scena. L'avvento di Myspace prima e di tutti gli altri social network poi (Youtube, Facebook, Reverbnation ecc.) ha permesso di abbattere quelle barriere che prima ostacolavano le band nel diffondere la propria musica. Però, per quanto fermento ci possa essere, il rovescio della medaglia sta proprio nel fatto che le difficoltà sono rimaste tali e quali a prima, se non addirittura più accentuate. Si soffre ancora della cronica mancanza di spazi per i live, ci sono poche opportunità e la crisi non è affatto una chiacchiera, anzi, investe sia band che locali. Nel primo caso, puoi benissimo immaginare da solo quanti investimenti debba affrontare una band per produrre un disco, promuoverlo, andare in tour e dover fare i conti con le poche risorse che ha a disposizione. Nel secondo caso, in tempi duri come questi, si preferisce sempre far cassa con serate “sicure”, anziché “rischiare” proponendo qualcosa di nuovo. E le prime a rimetterci sono proprio quelle band che hanno nel live la loro dimensione ideale e la loro prima fonte d'entrata. Jerico: C’è anche da dire che molti gruppi fanno presto a lamentarsi della mancanza di occasioni quando sono proprio loro i primi a non credere ne investire nelle loro attività. Secondo me, dal punto di vista di chi si sbatte per suonare, la domanda è tanta mentre è l’offerta e poca. Al contrario, dal punto di vista dei locali o delle label, i gruppi sono troppi e la domanda è relativamente bassa. Tutti sappiamo che, grossi nomi apparte, i numeri che si tirano su nella cerchia metal sono molto ridotti se confrontati con quelli di altri settori musicali. Il concetto di meritocrazia poi, purtroppo, si è perduto oramai da tempo. In una bolgia come quella attuale trova spazio solamente chi riesce ad attivarsi o come in gergo si dice, “smomita” più degli altri.
Dopo tutti questi anni, la voglia è sempre la
stessa, l'energia è le sempre la solita o iniziate ad essere stanchi? Visto
anche il genere che proponete e la vostra attività live!
Alcio: La voglia rimane sempre quella, nonostante le mille
difficoltà. Forse perché non badiamo molto a quello che venderà il nostro
disco, ma al fatto che ogni disco è l'espressione delle nostre idee in quel
momento.
Luca: Finchè continueremo a divertirci suonando la nostra musica, la voglia ci sarà sempre. Così come ci sarà sempre voglia di intraprendere nuove sfide e conseguire nuovi obiettivi...alla faccia della sfiga!
Jerico: La cosa strana è che il mal di collo che accusavo nei giorni post-concerto dieci o vent’anni fa, ora non lo accuso più. Le cose son due: o c’ho fatto il “callo” o mi son perso qualche muscolo fondamentale!
Parliamo del vostro cd “De Humana Maiestate” che avete appena pubblicato per la Revalve Records-Believe Digital Distribution . Come è nato e che riscontro sta avendo dagli addetti ai lavori ?
Alcio: La lavorazione del disco è stata piuttosto travagliata, ma anche molto appassionante, sotto molti punti di vista. Siamo partiti con 23 provini di canzoni, più o meno abbozzate ed abbiamo iniziato a lavorarci sopra. Siamo riusciti a bocciare riff che da soli suonavano in maniera paurosa, ma che all'interno dei vari pezzi non risultavano poi così eccezionali. Finito il primo abbozzo di canzoni ne abbiamo selezionati un 12/13 ed abbiamo cominciato la pre-produzione...nel bel mezzo della quale il nostro precedente batterista ha lasciato la band. Trovato il suo sostituto in Luca, abbiamo ripreso il discorso quasi da zero, riadattando i brani al suo stile e continuando a limare gli arrangiamenti. La sfida finale è stata quella di adattare tutto il lavoro al concept, ed alle relative liriche, che il nostro cantante voleva usare per il disco!
Luca: Una volta ultimata la fase di pre-produzione, siamo finalmente andati in studio a registrare. Per la produzione ci siamo rivolti ai B.P.A. Studios di Francesco Riganelli, che oltre ad essere un valido produttore, è anche un carissimo amico, con cui ho avuto la fortuna di suonare assieme in passato. Già avevo avuto modo di lavorare con lui con altre band, perciò, quando s'è trattato di scegliere a chi rivolgerci per produrre “De Humana Maiestate”, la mia prima proposta cadde proprio su Francesco. Scelta condivisa anche dal resto del gruppo che si è rivelata poi azzeccata, perché ha saputo tirar fuori il meglio di noi, lavorando in maniera eccellente.
Jerico: Infine, a disco realizzato, e dopo aver attentamente valutato quale tra le proposte di pubblicazione pervenute fosse la più idonea per qyesto lavoro, abbiamo firmato abbastanza celermente e senza grossi indugi con la Revalve Records di Rob Cufaro. Siamo convinti, ed i fatti lo stanno dimostrando, che sia stata una scelta azzeccata.
Che vogliono fare da grande gli S.R.L. ?
Alcio: Beh...che dirti? Noi molte piccole soddisfazioni ce le siamo già tolte con i nostri precedenti lavori. Ora ci piacerebbe farci conoscere di più all'estero e magari andare a suonare anche fuori dai confini italici!
Jerico: Rispondo spesso a questa domanda con: “Divertire… divertendoci”. Credo che l’essenza di quello che è da sempre stato il nostro principale obiettivo sia tutta dietro queste semplici parole.
Alcio: Beh...che dirti? Noi molte piccole soddisfazioni ce le siamo già tolte con i nostri precedenti lavori. Ora ci piacerebbe farci conoscere di più all'estero e magari andare a suonare anche fuori dai confini italici!
Jerico: Rispondo spesso a questa domanda con: “Divertire… divertendoci”. Credo che l’essenza di quello che è da sempre stato il nostro principale obiettivo sia tutta dietro queste semplici parole.
Un consiglio alle nuove leve che si affacciano sulmondo musicale.
Alcio: Createvi un vostro stile e lavorateci sopra come matti: alla fine i sacrifici pagano!
Luca: Divertitevi, ma siate anche fortemente convinti di quello che fate.
Jerico: Non aspettate la manna dal cielo. Sbattetevi, scrivete, telefonate e conoscete quanta più gente possibile. I risultati non tarderanno a mancare.
Alcio: Createvi un vostro stile e lavorateci sopra come matti: alla fine i sacrifici pagano!
Luca: Divertitevi, ma siate anche fortemente convinti di quello che fate.
Jerico: Non aspettate la manna dal cielo. Sbattetevi, scrivete, telefonate e conoscete quanta più gente possibile. I risultati non tarderanno a mancare.
A voi la parola per chiudere questa intervista .
Alcio: Innanzi tutto grazie a te e ai vostri
lettori per lo spazio dedicatoci. Stiamo pianificando tutta una serie di date
in supporto promozionale a “De Humana Maiestate”, quindi rimanete sintonizzati
e se possibile venite ai nostri concerti: siamo convinti che non vi deluderemo!
Jerico: Grazie per lo spazio e seguiteci sui nostri canali, tutti raggiungibili da http://www.s-r-l.it